Da Roma Menez:Quattro giorni
che m'hanno cambiato la vita
«Voglio giocare titolare, ma ho avuto una discussione con l’allenatore e mi ha detto che era fuori discussione lasciarmi partire». E’ cambiata in soli quattro giorni la vita di Jeremy Menez, che se ora è l’uomo del giorno in casa giallorossa lo deve sì alle sue indubbie qualità ma soprattutto ai consigli del tecnico. Il talento francese dopo la gara col Bordeaux ha raccontato all’agenzia afp (la più importante in Francia) come la sua carriera romanista abbia preso una strada decisamente diversa dopo il gol col Chievo e l’assist a Totti contro il Bordeaux. «Spalletti si è fidato di me, e la partita contro il Chievo è stata liberatoria. Non so se mi hanno scoperto questa sera (dopo la partita col Bordeaux n.d.r.). Faccio il mio lavoro, ecco tutto». Poi sono solo parole dolci, nei confronti dei compagni di squadra, della società, di Totti e di Philippe Mexes, che lo ha aiutato non poco ad ambientarsi. Phil gli ha fatto da cicerone e da interprete, lo ha consigliato nei momenti di difficoltà. «Mexes mi ha molto aiutato, ma qui sono stato accolto molto bene. La Roma è un grande club, ma lo spogliatoio vive bene, è alla mano. Davvero tutto va benissimo, io devo solo continuare a lavorare, senza lasciarmi andare e cercare di fare il meglio possibile. Totti? È un grande campione ma anche una persona molto semplice, giocare con lui è il massimo».
A capire meglio il Menez-pensiero ci pensa il suo agente francese, Jean Pierre Bernes, intervistato da forzaroma.info. «Lui ha un ottimo rapporto con i tifosi che lo fermano per strada e gli domostrano tanto affetto e calore. Jeremy ama Roma e mi ripete in continuazione che è una città fantastica ed è curioso di visitare presto tutti i suoi monumenti. Dopo la gara contro il Bordeaux l’ho sentito, era molto contento. La squadra sta vivendo un momento bellissimo di forma e di gioco e Jeremy è felice di poter dare il suo contributo. Il ruolo in cui lo utilizza ora Spalletti è ideale per lui: Jeremy deve pensare a lavorare ancora di più per raggiungere ottimi livelli. Questo che voi vedete non è ancora il massimo di quello che Menez può garantire». Se fosse il massimo ci sarebbe già di che essere soddisfatti. La sensazione però è che Geremia, che martedì si è goduto la sua prima standing ovation ed i suoi primi cori da parte dell’Olimpico, abbia fatto vedere finora solo una piccola parte delle sue immense potenzialità. La pensa così anche Luciano Spalletti, uno che di solito non si sbilancia più di tanto sui singoli. Il tecnico dopo la gara di Champions ha scomodato un paragone scomodissimo. «Deve ancora progredire - le sue parole - ed essere più regolare, ma a livello della tecnica e della velocità mi ricorda Kakà. In Italia ci sono pochi giocatori in grado di offrire tanta qualità a quella velocità. Negli ultimi sessanta metri è un proiettile». Se ne è reso conto anche Francesco Totti, che gli ha reso i giusti meriti per l’azione del gol del raddoppio. «Menez è forte. Il gol l’ha fatto praticamente lui», ha dichiarato il capitano. E se lo dice lui, c’è da fidarsi.
che m'hanno cambiato la vita
«Voglio giocare titolare, ma ho avuto una discussione con l’allenatore e mi ha detto che era fuori discussione lasciarmi partire». E’ cambiata in soli quattro giorni la vita di Jeremy Menez, che se ora è l’uomo del giorno in casa giallorossa lo deve sì alle sue indubbie qualità ma soprattutto ai consigli del tecnico. Il talento francese dopo la gara col Bordeaux ha raccontato all’agenzia afp (la più importante in Francia) come la sua carriera romanista abbia preso una strada decisamente diversa dopo il gol col Chievo e l’assist a Totti contro il Bordeaux. «Spalletti si è fidato di me, e la partita contro il Chievo è stata liberatoria. Non so se mi hanno scoperto questa sera (dopo la partita col Bordeaux n.d.r.). Faccio il mio lavoro, ecco tutto». Poi sono solo parole dolci, nei confronti dei compagni di squadra, della società, di Totti e di Philippe Mexes, che lo ha aiutato non poco ad ambientarsi. Phil gli ha fatto da cicerone e da interprete, lo ha consigliato nei momenti di difficoltà. «Mexes mi ha molto aiutato, ma qui sono stato accolto molto bene. La Roma è un grande club, ma lo spogliatoio vive bene, è alla mano. Davvero tutto va benissimo, io devo solo continuare a lavorare, senza lasciarmi andare e cercare di fare il meglio possibile. Totti? È un grande campione ma anche una persona molto semplice, giocare con lui è il massimo».
A capire meglio il Menez-pensiero ci pensa il suo agente francese, Jean Pierre Bernes, intervistato da forzaroma.info. «Lui ha un ottimo rapporto con i tifosi che lo fermano per strada e gli domostrano tanto affetto e calore. Jeremy ama Roma e mi ripete in continuazione che è una città fantastica ed è curioso di visitare presto tutti i suoi monumenti. Dopo la gara contro il Bordeaux l’ho sentito, era molto contento. La squadra sta vivendo un momento bellissimo di forma e di gioco e Jeremy è felice di poter dare il suo contributo. Il ruolo in cui lo utilizza ora Spalletti è ideale per lui: Jeremy deve pensare a lavorare ancora di più per raggiungere ottimi livelli. Questo che voi vedete non è ancora il massimo di quello che Menez può garantire». Se fosse il massimo ci sarebbe già di che essere soddisfatti. La sensazione però è che Geremia, che martedì si è goduto la sua prima standing ovation ed i suoi primi cori da parte dell’Olimpico, abbia fatto vedere finora solo una piccola parte delle sue immense potenzialità. La pensa così anche Luciano Spalletti, uno che di solito non si sbilancia più di tanto sui singoli. Il tecnico dopo la gara di Champions ha scomodato un paragone scomodissimo. «Deve ancora progredire - le sue parole - ed essere più regolare, ma a livello della tecnica e della velocità mi ricorda Kakà. In Italia ci sono pochi giocatori in grado di offrire tanta qualità a quella velocità. Negli ultimi sessanta metri è un proiettile». Se ne è reso conto anche Francesco Totti, che gli ha reso i giusti meriti per l’azione del gol del raddoppio. «Menez è forte. Il gol l’ha fatto praticamente lui», ha dichiarato il capitano. E se lo dice lui, c’è da fidarsi.
- Spoiler:
- Fonte: Romanista