Beckham si presenta al Milan
"Voglio dare una mano"
C'è anche Victoria. Incede con passo lento in abito nero. La Spice Girl per eccellenza sfodera guanti di identico colore e profilo quasi minaccioso, ma intrigante. Si siede in prima fila. Lui avanza con la divisa ufficiale del Milan: entrambi rigorosamente Dolce & Gabbana. Beckham sorride con naturalezza. Ripete fino all'ossessione che fino al 9 marzo si dedicherà anima e corpo alla squadra. Contratto intoccabile. Anzi, "Impegno d'onore che verrà rispettato", giura Adriano Galliani. Anche se..."Se poi Beckham volesse tornare o rimanere sa che il Milan è a sua disposizione". Notiziona.
Beckham si scioglie fra mille flash. "Buonasera, è quello che conosco d'italiano" dice. "Grazie di cuore. Amo 'la' Italia sono felice", aggiunge con quell'accento che solo i londinesi posseggono. "Forse è meglio passare all'inglese" infila accentuando la fossetta sul mento. "Si, sono davvero felice di essere qui a Milano. E' un onore per me. Questo è un momento fortunato della mia carriera. E' un piacere, io con il club più titolato al mondo. Sono sicuro che lavorerò duro ma mi divertirò". E' il festival delle domande scontate: la moda, il successo, il glamour. Ma basta! Beckham è venuto a Milano per fare il calciatore, correre sulla fascia e inventare quei cross a giro che hanno fatto la sua fama. Dice: "Come convivo con l'impossibilità di essere normale? Il mio primo amore è la mia famiglia, il calcio è una passione, ma quando smetto di giocare divento padre e marito".
David non è pentito di essere andato negli Usa. "E' stata una decisione importante, un passo della mia carriera. Qualcuno mi ha criticato, ma per me è stata una scelta giusta, una sfida. Mi piace giocare in diverse parti del mondo. E questa è un'altra opportunità che ho colto al volo".
Lo "Spice Boy" poi ribadisce: "Voglio dare una mano al Milan. Cercherò di essere il miglior professionista possibile. Voglio aiutare la squadra e fare il mio lavoro con Kakà, Maldini e Ronaldinho, persone di grande livello che ho sempre ammirato. Devo entrare nella pelle della squadra, conoscerla: farne parte". Magari oltre il 9 marzo.
"Voglio dare una mano"
C'è anche Victoria. Incede con passo lento in abito nero. La Spice Girl per eccellenza sfodera guanti di identico colore e profilo quasi minaccioso, ma intrigante. Si siede in prima fila. Lui avanza con la divisa ufficiale del Milan: entrambi rigorosamente Dolce & Gabbana. Beckham sorride con naturalezza. Ripete fino all'ossessione che fino al 9 marzo si dedicherà anima e corpo alla squadra. Contratto intoccabile. Anzi, "Impegno d'onore che verrà rispettato", giura Adriano Galliani. Anche se..."Se poi Beckham volesse tornare o rimanere sa che il Milan è a sua disposizione". Notiziona.
Beckham si scioglie fra mille flash. "Buonasera, è quello che conosco d'italiano" dice. "Grazie di cuore. Amo 'la' Italia sono felice", aggiunge con quell'accento che solo i londinesi posseggono. "Forse è meglio passare all'inglese" infila accentuando la fossetta sul mento. "Si, sono davvero felice di essere qui a Milano. E' un onore per me. Questo è un momento fortunato della mia carriera. E' un piacere, io con il club più titolato al mondo. Sono sicuro che lavorerò duro ma mi divertirò". E' il festival delle domande scontate: la moda, il successo, il glamour. Ma basta! Beckham è venuto a Milano per fare il calciatore, correre sulla fascia e inventare quei cross a giro che hanno fatto la sua fama. Dice: "Come convivo con l'impossibilità di essere normale? Il mio primo amore è la mia famiglia, il calcio è una passione, ma quando smetto di giocare divento padre e marito".
David non è pentito di essere andato negli Usa. "E' stata una decisione importante, un passo della mia carriera. Qualcuno mi ha criticato, ma per me è stata una scelta giusta, una sfida. Mi piace giocare in diverse parti del mondo. E questa è un'altra opportunità che ho colto al volo".
Lo "Spice Boy" poi ribadisce: "Voglio dare una mano al Milan. Cercherò di essere il miglior professionista possibile. Voglio aiutare la squadra e fare il mio lavoro con Kakà, Maldini e Ronaldinho, persone di grande livello che ho sempre ammirato. Devo entrare nella pelle della squadra, conoscerla: farne parte". Magari oltre il 9 marzo.
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- Fonte: Gazzetta