Iron Maiden
Nel lontano 1975, Steve Harris, bassista degli Smiler, decise di lasciare il suo gruppo per formarne uno nuovo, a Leytonstone, un sobborgo di Londra. L'idea per il nome gli viene dopo aver visto il film "The Man in the Iron Mask", dove vide uno strumento di tortura medievale, chiamato appunto Iron Maiden (letteralmente vergine di ferro). Harris riesce velocemente a radunare alcuni musicisti, ed il gruppo comincia ad esibirsi nel Ruskin Arms, uno dei pochissimi locali di Londra dove si poteva suonare Hard Rock ed Heavy Metal (il genere più in voga nei club in quel momento era il punk). I cambiamenti iniziali nella band sono moltissimi (non vi sto a nominare la caterva dei nomi di tutti quelli che hanno suonato nel gruppo), fino ad arrivare alla formazione che incide un demo autoprodotto sotto l'etichetta "Rock Hard" nel 1979, chiamato "The Soundhouse Tapes": Paul Di Anno alla voce, Steve Harris (l'anima del gruppo) al basso, Dave Murray alla chitarra e Doug Samson alla batteria. Le cinquantamila copie del demo vanno presto esaurite, come i biglietti dei loro concerti, e la EMI decide di metterli subito sotto contratto. All'inizio del 1980 la EMI pubblica la compilation "Metal for Muthas", dove gli Iron Maiden sono presenti con due canzoni tra le prime che hanno realizzato: Sanctuary e Wrathchild. Esce il loro primo singolo, Running Free, e vengono addirittura invitati in televisione, nella storica trasmissione "Top of the Pops", ma non si presenteranno fino a quando non gli sarà concesso di esibirsi dal vivo (non accadeva dal 1972, quando gli Who avevano distrutto lo studio dopo un'esibizione live). Ci sono anche altri cambiamenti nella band: alla batteria Clive Burr sostituisce Doug Samson, mentre viene aggiunta una seconda chitarra, quella di Dennis Stratton. Poco dopo, il 14 Aprile 1980, esce l'album "Iron Maiden", che arriva fino alla numero 4 della classifica inglese (un risultato insperato). Partecipano anche come supporter al tour europeo dei Kiss: è qui che fa la sua prima comparsa dal vivo la mascotte Eddie (che già campeggiava sulla copertina dell'album). All'inizio del 1981 esce il secondo album, "Killers", con alla chitarra Adrian Smith al posto di Dennis Stratton. Le divergenze con Stratton più che musicali, erano personali, in primis con il manager. Quest'ultimo album delude un pò le attese, e viene stroncato dalla critica, ma riesce comunque ad arrivare al numero 12, confermando il fatto che gli Iron Maiden sono il gruppo più ascoltato in Inghilterra. Durante il tour mondiale (che tocca anche il Giappone) viene deciso l'abbandono del cantante Paul Di Anno. Ormai i rapporti con il gruppo si erano deteriorati: Di Anno fumava e beveva, non curando la propria voce, facendo insomma una vita che qualcuno definirebbe "sesso, droga e rock 'n' roll". Di Anno continuerà la propria carriera di cantante, ma non arriverà più al successo, né in Inghilterra, né negli Stati Uniti. Il nuovo cantante è Bruce Dickinson, proveniente dai Samson. Il 29 Marzo 1982 esce "The Number of the Beast" che arriva alla numero 1 inglese ed ottiene un ottimo successo anche negli Stati Uniti. Successivamente viene sostituito il batterista, con Nicko McBrain che rileva Clive Burr. Gli Iron Maiden si confermano come molto attivi sotto il profilo dei tour, e da qui in avanti citerò solo i più importanti. Il 16 Maggio 1983 esce "Piece of Mind", che arriva fino alla terza piazza della classifica. Nell' 84 esce il quinto album, "Powerslave" che da poi vita ad un enorme tour della durata di undici mesi, con oltre trecento date attraverso ventotto stati. Questo World Slavery Tour fa tappa anche alla prima edizione del Rock in Rio, dove i Maiden si esibiscono davanti a 200.000 spettatori in una fantastica arena. Durante questo tour il bravissimo Dickinson viene accidentalmente colpito alla fronte da una chitarra, e sviene. Per fortuna non si è fatto nulla. Nell' 85 viene anche realizzato il "Live after Death". Il 29 Settembre 1986 esce la sesta fatica dei Maiden, "Somewhere in Time", che delude parzialmente i fan per l'uso di chitarre sintetizzate e tastiere. Si ritorna all'antico con "Seventh Son of a Seventh Son" del 1987, che fa più successo del precedente. Alla fine di un altro tour, Dickinson e Smith si dedicano a progetti solisti, mentre il resto della band si prende un periodo di riposo. Adrian Smith lascia addirittura la band nell' 89, per essere sostituito da un altro chitarrista, Janick Gers. Nel 1990 esce "No Prayer for the Dying", ma molto più degno di nota è il successivo nono lavoro degli Iron Maiden, "Fear of the Dark" del 1992. All'inizio del 1993 Bruce Dickinson lascia gli Iron Maiden, e realizza il suo secondo lavoro come solista. Il suo abbandono è un vero peccato. Esce nel 1994 il doppio cd "Live at Donington 1992", uno dei migliori live degli Iron Maiden. Viene scelto il nuovo cantante, Blaze Bailey, che non entrerà mai nelle grazie dei fans degli Iron Maiden. Esce nel 1995 "The X-Factor", uno degli album su cui di più la critica ha parlato sia nel bene che nel male. Nel 1996 esce la raccolta definitiva, "Best of the Beast" con l'inedita Virus. Nel 1997 è la volta di "Virtual XI", che come suggerisce il titolo è l'undicesimo lavoro dei nostri. Il 12 Aprile 1999 gli Iron Maiden si ritrovano per discutere del futuro: Blaze lascia il gruppo e ritorna Bruce Dickinson alla voce, e ritorna pure Adrian Smith, con le chitarre che ora sono tre. Così vanno tutti e sei in studio, guidati da Steve Harris e Dave Murray, che non hanno mai abbandonato il gruppo, e che hanno dato moltissimo agli Iron Maiden, per registrare il dodicesimo album, "Brave New World" che esce nell'estate 2000 per la gioia dei fans. I Maiden ritornano al Rock in Rio nel 2001, e viene registrato un nuovo live, chiamato semplicemente "Rock in Rio". Ritroviamo gli Iron Maiden anche nel 2002 con il Greatest Hits "Edward The Great". Nel 2003 arriva una nuova fatica degli Iron Maiden, "Dance of Death", seguita dal concept album "A Matter Of Life And Death", del 2006.
Nel lontano 1975, Steve Harris, bassista degli Smiler, decise di lasciare il suo gruppo per formarne uno nuovo, a Leytonstone, un sobborgo di Londra. L'idea per il nome gli viene dopo aver visto il film "The Man in the Iron Mask", dove vide uno strumento di tortura medievale, chiamato appunto Iron Maiden (letteralmente vergine di ferro). Harris riesce velocemente a radunare alcuni musicisti, ed il gruppo comincia ad esibirsi nel Ruskin Arms, uno dei pochissimi locali di Londra dove si poteva suonare Hard Rock ed Heavy Metal (il genere più in voga nei club in quel momento era il punk). I cambiamenti iniziali nella band sono moltissimi (non vi sto a nominare la caterva dei nomi di tutti quelli che hanno suonato nel gruppo), fino ad arrivare alla formazione che incide un demo autoprodotto sotto l'etichetta "Rock Hard" nel 1979, chiamato "The Soundhouse Tapes": Paul Di Anno alla voce, Steve Harris (l'anima del gruppo) al basso, Dave Murray alla chitarra e Doug Samson alla batteria. Le cinquantamila copie del demo vanno presto esaurite, come i biglietti dei loro concerti, e la EMI decide di metterli subito sotto contratto. All'inizio del 1980 la EMI pubblica la compilation "Metal for Muthas", dove gli Iron Maiden sono presenti con due canzoni tra le prime che hanno realizzato: Sanctuary e Wrathchild. Esce il loro primo singolo, Running Free, e vengono addirittura invitati in televisione, nella storica trasmissione "Top of the Pops", ma non si presenteranno fino a quando non gli sarà concesso di esibirsi dal vivo (non accadeva dal 1972, quando gli Who avevano distrutto lo studio dopo un'esibizione live). Ci sono anche altri cambiamenti nella band: alla batteria Clive Burr sostituisce Doug Samson, mentre viene aggiunta una seconda chitarra, quella di Dennis Stratton. Poco dopo, il 14 Aprile 1980, esce l'album "Iron Maiden", che arriva fino alla numero 4 della classifica inglese (un risultato insperato). Partecipano anche come supporter al tour europeo dei Kiss: è qui che fa la sua prima comparsa dal vivo la mascotte Eddie (che già campeggiava sulla copertina dell'album). All'inizio del 1981 esce il secondo album, "Killers", con alla chitarra Adrian Smith al posto di Dennis Stratton. Le divergenze con Stratton più che musicali, erano personali, in primis con il manager. Quest'ultimo album delude un pò le attese, e viene stroncato dalla critica, ma riesce comunque ad arrivare al numero 12, confermando il fatto che gli Iron Maiden sono il gruppo più ascoltato in Inghilterra. Durante il tour mondiale (che tocca anche il Giappone) viene deciso l'abbandono del cantante Paul Di Anno. Ormai i rapporti con il gruppo si erano deteriorati: Di Anno fumava e beveva, non curando la propria voce, facendo insomma una vita che qualcuno definirebbe "sesso, droga e rock 'n' roll". Di Anno continuerà la propria carriera di cantante, ma non arriverà più al successo, né in Inghilterra, né negli Stati Uniti. Il nuovo cantante è Bruce Dickinson, proveniente dai Samson. Il 29 Marzo 1982 esce "The Number of the Beast" che arriva alla numero 1 inglese ed ottiene un ottimo successo anche negli Stati Uniti. Successivamente viene sostituito il batterista, con Nicko McBrain che rileva Clive Burr. Gli Iron Maiden si confermano come molto attivi sotto il profilo dei tour, e da qui in avanti citerò solo i più importanti. Il 16 Maggio 1983 esce "Piece of Mind", che arriva fino alla terza piazza della classifica. Nell' 84 esce il quinto album, "Powerslave" che da poi vita ad un enorme tour della durata di undici mesi, con oltre trecento date attraverso ventotto stati. Questo World Slavery Tour fa tappa anche alla prima edizione del Rock in Rio, dove i Maiden si esibiscono davanti a 200.000 spettatori in una fantastica arena. Durante questo tour il bravissimo Dickinson viene accidentalmente colpito alla fronte da una chitarra, e sviene. Per fortuna non si è fatto nulla. Nell' 85 viene anche realizzato il "Live after Death". Il 29 Settembre 1986 esce la sesta fatica dei Maiden, "Somewhere in Time", che delude parzialmente i fan per l'uso di chitarre sintetizzate e tastiere. Si ritorna all'antico con "Seventh Son of a Seventh Son" del 1987, che fa più successo del precedente. Alla fine di un altro tour, Dickinson e Smith si dedicano a progetti solisti, mentre il resto della band si prende un periodo di riposo. Adrian Smith lascia addirittura la band nell' 89, per essere sostituito da un altro chitarrista, Janick Gers. Nel 1990 esce "No Prayer for the Dying", ma molto più degno di nota è il successivo nono lavoro degli Iron Maiden, "Fear of the Dark" del 1992. All'inizio del 1993 Bruce Dickinson lascia gli Iron Maiden, e realizza il suo secondo lavoro come solista. Il suo abbandono è un vero peccato. Esce nel 1994 il doppio cd "Live at Donington 1992", uno dei migliori live degli Iron Maiden. Viene scelto il nuovo cantante, Blaze Bailey, che non entrerà mai nelle grazie dei fans degli Iron Maiden. Esce nel 1995 "The X-Factor", uno degli album su cui di più la critica ha parlato sia nel bene che nel male. Nel 1996 esce la raccolta definitiva, "Best of the Beast" con l'inedita Virus. Nel 1997 è la volta di "Virtual XI", che come suggerisce il titolo è l'undicesimo lavoro dei nostri. Il 12 Aprile 1999 gli Iron Maiden si ritrovano per discutere del futuro: Blaze lascia il gruppo e ritorna Bruce Dickinson alla voce, e ritorna pure Adrian Smith, con le chitarre che ora sono tre. Così vanno tutti e sei in studio, guidati da Steve Harris e Dave Murray, che non hanno mai abbandonato il gruppo, e che hanno dato moltissimo agli Iron Maiden, per registrare il dodicesimo album, "Brave New World" che esce nell'estate 2000 per la gioia dei fans. I Maiden ritornano al Rock in Rio nel 2001, e viene registrato un nuovo live, chiamato semplicemente "Rock in Rio". Ritroviamo gli Iron Maiden anche nel 2002 con il Greatest Hits "Edward The Great". Nel 2003 arriva una nuova fatica degli Iron Maiden, "Dance of Death", seguita dal concept album "A Matter Of Life And Death", del 2006.